
HUBBERS – ELENA E IL SUO LAVORO A MISURA DI MAMMA
Nella vita di Elena Vitali ci sono un prima e un dopo. Lo spartiacque? Si chiama Emma ed è una dolcissima bimba di quattro anni.
Il prima è stata la carriera in una grande multinazionale dove per 12 anni Elena ha parlato il linguaggio delle pubbliche relazioni e della comunicazione: il lavoro ha portato con se’ trasferte, meeting, viaggi stampa e tanto altro. Il tutto facendo la pendolare tra Varano Borghi e Vimercate: ma macinare questi ritmi non era compatibile con la nascita di Emma, i genitori lontani e un marito con un’occupazione altrettanto impegnativa.
È stato allora che è arrivato il dopo, ovvero il passo verso la libera professione. «È stata una scelta che ho fatto con entusiasmo – racconta ora Elena a VitaminaC – che mi ha fatto conoscere un modo di lavorare diverso rispetto a quello di una grande multinazionale». Nei suoi primi 4 anni di attività Elena ha costruito il suo patrimonio di clienti cominciando da Promosfera, agenzia di Somma Lombardo che si occupa di organizzare concorsi in Italia e all’estero, e continuando con una collaborazione a Milano con InnoVitsLab, società di servizi alle startup che vuole essere un connettore di competenze tra startup e manager.
Il bagaglio maturato nella grande azienda la ha aiutata a decollare, ma per camminare sulle sue gambe Elena ha dovuto mettere in conto di continuare a sviluppare le sue competenze e conoscenze nel campo della comunicazione a tutto tondo.
Un esempio? «Uno dei miei clienti ha spesso rapporti con i paesi del Sud America – racconta – e quindi ho deciso che quest’anno studierò lo spagnolo. Anche se conosco benissimo l’inglese, mi sono resa conto che per loro è importante che io sappia parlare la loro lingua».
Il suo arrivo a VitaminaC è avvenuto leggendo un post su Facebook che riguardava il tema della conciliazione. «Un argomento che mi appassiona da anni essendone personalmente coinvolta e che per qualche tempo ho trattato anche su di un blog aperto con alcuni amici dove si parlava anche di smartworking – racconta-. Quindi non potevo farmi sfuggire l’opportunità di venire a conoscere uno spazio così». Cosa ha trovato qui di interessante? «Un luogo dove si parla il mio stesso linguaggio – dice – dove mi sono sentita bene e in sintonia, e dove credo di poter dare un mio contributo».